Le esplorazioni di Maraina e Davide

giardini winter bordighera

Come già probabilmente saprete Bordighera nei decenni a cavallo tra la metà del 1800 e la Seconda Guerra Mondiale ha vissuto un periodo di auge e prestigio che la rese famosa in tutto il mondo.

Sull’onda del turismo estero movimentato dal Grand Tour nella nostra cittadina giunsero a soggiornare dall’Europa nord-continentale decine e decine di estimatori altolocati. Dapprima i Tedeschi, poi gli Inglesi ed i Francesi. Sebbene l’ordine di arrivo sembri di relativa importanza è necessario sottolineare che i primi, così come il nostro Ludwig Winter, portarono in città i metodi e semenze per la coltivazione di tutta una serie di essenze floreali e si interessarono delle potenzialità del nostro suolo.
I secondi, subito dopo invece, diedero una impronta più persistente allo stile architettonico della città. E’ risaputo che i lotti di terreno allora in vendita, in quella che è ora la parte recente della città, erano costituiti da strisce di terreno che partendo dalla Via Romana, discendevano verso il mare. Una volta ricavato il terreno necessario alla propria villa, le famiglie inglesi poi vendevano le porzioni in esubero ai contadini locali, o le mettevano a coltura con il loro aiuto.
Molte ville magnifiche erano così circondate da giardini. Tutto il terreno circostante la città era un rigoglio di essenze arboree, aranceti, palmeti ed uliveti.

Jean Baptiste Arthur Calame Palmiers de Bordighera

Numerosi sono i quadri che pittori Impressionisti di notevole bravura e fama hanno realizzato negli ultimi decenni del XIX secolo affascinati dal nostro paesaggio.
Famose sono le opere di Claude Monet, di Hermann Nestel, di Peder Mørk Mønsted, Pompeo Mariani, Giuseppe Ferdinando Piana, Giuseppe Balbo, Gianantonio Porcheddu, Jean Baptiste Arthur Calame e Friederich von Kleudgen.
Essi traevano ispirazione in particolare dalle spiagge, dalle coltivazioni sulle fasce, dalle scene di vita quotidiana all’ombra dei pergolati o dai paesaggi fortemente mediterranei ed esotici che facevano l’occhiolino alle coste del nord Africa.

Claude Monet, Bordighera, 1884

Parlando delle spiagge è obbligatorio citare quella dell’Arziglia. Tale luogo è ritratto in molte delle opere pittoriche perchè in passato era un tratto di costa ritenuto molto pescoso e dove si svolgeva la vita quotidiana dei bordigheresi. Notevoli sono le scene in cui i pescatori ritraggono le barche a fine giornata o aggiustano le reti. Fascino di una epoca lontanissima. Fino alla fine degli anni ’30 la spiaggia dell’Arziglia era disseminata di gozzi dei pescatori di Bordighera e non solo. La spiaggia era molto ampia e tanto lunga da giungere fino agli scogli di Capo Sant’Ampelio.

Hermann Nestel, Spiaggia di Bordighera

Alcuni dei luoghi più suggestivi si trovavano invece risalendo il Vallone del Rio Sasso, lungo il Beodo (l’antico acquedotto di cui abbiamo parlato qui: Bordighera: il sentiero del beodo) dove boschi di palme si intrecciavano agli uliveti secolari ed alle cascatelle di acqua pulita.

lastrino 9×13, dall’ Archivio Benigni

Proprio su una sponda del Rio Sasso, il botanico e paesaggista Ludwig Winter scelse una grande proprietà per farne un giardino-vivaio per la produzione e la vendita delle sue piante. Famose furono le sue rose, dapprima coltivate sul Rio Borghetto, e poi le prime mimose introdotte a Bordighera, coltivate ed impiantate in un altro giardino in località Madonna della Ruota… e quindi le tantissime varietà di cactus che egli creò appositamente.

Oggi i Giardini Winter sono uno spazio che la città di Bordighera ha deciso di tutelare trasformandoli a giardino pubblico. Dell’originario palmeto di Winter rimane solo una porzione che è particolarmente tranquilla e poco visitata, sebbene durante il periodo estivo il Comune vi organizzi eventi di varia natura. Visitandola, avrete il riflesso della maestorità del palmeto tanto curato da Winter che era l’ultima propaggine della rigogliosa natura del Vallone Sasso e che tanti pittori ha affascinato con i suoi laghetti e la sua complessa varietà.
Potete raggiungere questi giardini, percorrendo la strada statale Aurelia in direzione Sanremo. Cento metri dopo il semaforo dell’Arziglia, trovete a sinitra Via L. Winter. Imboccatela e parcheggiate. I cancelli sono aperti con il consueto orario dei parchi urbani cittadini.

Poco a nord dei giardini Winter, troverete un ponticello che vi condurrà al cimitero cittadino. Passando il ponticello, guardando verso mare vi accorgerete di alcune strane sculture/statue realizzate in cemento rossiccio. Si tratta delle opere dello scultore naif Marcello Cammi: un personaggio sopra le righe ed eccentrico che a partire dalla fine degli anni ’50 ha passato la sua vita dedicandosi ad una forma di arte tutta sua che con i movimenti dell’informale e le avanguardie è stata riconosciuta degna di nota. Purtroppo con la scomparsa dell’artista e a causa di una alluvione negli anni 2000 molte delle sue opere sono andate distrutte o perse. Bordighera, in extremis ha deciso di dedicargli un tributo trasformando la sua modesta abitazione-atelier a museo.

Se invece volgerete lo sguardo verso Monte Nero (ossia in direzione Sanremo) potrete vedere, oltre al letto povero di acqua del Rio Sasso, alcune case-torri molto antiche, e diversi magazzini utilizzati per le coltivazioni di cactus e piante di vario genere. Queste proprietà sono condotte dalle famiglie di Bordighera (Pallanca e Allavena) che hanno raccolto l’eredità degli insegnamenti del Winter. Per questo esiste ancora una sorta di continuità spazio temporale che affida a questo luogo un valore culturale di tutto rispetto.

Giungendo dunque al cimitero, vedrete che esso è diviso in almeno 3 settori. Il nucleo più storico è molto suggestivo e mischiando lo stile italiano a quello del nord europa accoglie le sepolture di molti dei personaggi storici di Bordighera. Il camposanto è diviso per parti. Vi accorgerete subito che adagiate verso la collina di ponente si susseguono alcune sepolture di persone di origine russa, poi tedesca o svizzera, o di fede ebraica. Leggendo i cognomi e le dediche vi renderete conto di quanti e quali personaggi da tutto il mondo Bordighera abbia accolto fino alla Seconda Guerra Mondiale.

A testimoniare invece i tragici eventi del Primo Conflitto Mondiale, è l’attiguo Cimitero del Commonwealth, il quale (sempre aperto alle visite) accoglie le spoglie mortali di 72 soldati britannici e 12 soldati austriaci che sono deceduti a seguito di ferite di guerra in Bordighera, dove erano stati inviati per un periodo di cura. Questo luogo, sempre ben curato, è un mondo a parte rispetto al camposanto adiacente e richiama i ben noti cimiteri di guerra inglesi e di normandia, con le croci perfettamente allineate ed il prato sempre perfetto. E’ sicuramente una delle piccole sorprese di Bordighera.

Vi segnaliamo che dall’estrema propaggine del cimitero comunale, sale un sentiero stretto e tutto in salita, che attraversando i muri di confine degli appezzamenti collinari, si ricollega alla passeggiata del Beodo.

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3 risposte a “Passeggiata flash: Bordighera tra i luoghi degli Impressionisti. Dai giardini Winter al cimitero del Commonwealth”

  1. […] noto ancora oggi come “Villa Hanbury“; altro nome noto localmente è quello del tedesco Ludwig Winter, botanico, che sceglie Bordighera per coltivare, piantare, sperimentare nuove specie di palme e per […]

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  2. […] di pescatori e agricoltori in stazioni climatiche per un turismo altolocato di scala europea. Bordighera, così come Sanremo e Ventimiglia devono molto alla forte presenza di una comunità inglese (ma […]

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  3. Avatar Scoprire Bordighera, la più amata dagli Inglesi di fine ‘800 – Maraina in viaggio

    […] il link all’articolo relativo sul blog “Visitare l’estremo Ponente Ligure”: Bordighera tra i luoghi degli Impressionisti: dai Giardini Winter al Cimitero del Commonwealth, e ancora: Bordighera: il sentiero del […]

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