Nell’entroterra di Bordighera, superato Borghetto San Nicolò, la strada prosegue fino a raggiungere Vallebona, uno dei borghi dell’estremo ponente ligure insignito della Bandiera Arancione.
Potete lasciare l’auto nella piccola piazzetta all’ingresso del paese o nel parcheggino che troverete alla vostra destra e avviarvi verso la porta di ingresso al paese la cinquecentesca Porta della Madonna, superando il Ristorante Giardino, una delle “istituzioni” gastronomiche del borgo, ed il Bistrot degli Amici, luogo giusto dove rilassarsi a fine tour.

State per entrare in uno dei tipici borghi liguri che un tempo erano luoghi fortificati. Come noi potrete giocare, e qui sarà abbastanza facile, a cercare le tracce delle antiche mura o delle porte o dei torrioni difensivi.
Nel frattempo, superata la porta, voltatevi subito indietro, ma non impressionatevi: al di sopra dell’arco campeggia minacciosamente in bilico un’Ape Car Piaggio arancione. E’ forse un trabocchetto per imprigionare i turisti nelle vie del borgo?
No, si tratta del quinto dei cinque elementi distintivi di Vallebona: l’Ape Car.
Tutta la vita del piccolo paesino è incentrata su questo piccolo mezzo di trasporto, che sfreccia nei carugi portando legna, mobili, o bambini (guidato da nonne sprint) o che staziona parcheggiato nei punti più svariati, spesso e volentieri trasformato in opera d’arte o arricchito da impensabili elementi estranei.
Vallebona è indiscutibilmente il paese dell’Ape, tanto che ha scelto di dedicargli durante il corso dell’anno una serie di manifestazioni gioiose e coloratissime che sono diventate molto conosciute e apprezzate.

La forte personalità del paese non si esaurisce con l’Ape Car, ma si manifesta pienamente anche negli altri Quattro Elementi: Terra, Aria, Acqua e Fuoco.
Nella prima piazzetta che si incontra all’interno del borgo, Piazza XX Settembre, ribattezzata Piazza dei Quattro elementi, convergono innanzitutto Acqua, sottoforma di fontana, e Fuoco. La fontana è un elegante rivolo d’acqua verticale, realizzato in corten, che scorre perennemente dalla parete di fondo della piazza verso il centro di essa. Oltre a evocare la produzione di acqua di fiori d’arancio per cui Vallebona è storicamente famosa, essa allude alla ricchezza idrica, fatta di torrenti, vene d’acqua e fontane, di cui il territorio circostante è costellato. La fontana in piazza Quattro elementi richiama le condutture degli acquedotti campestri – i beodi – che oltre a elargire quest’elemento prezioso agli appezzamenti di terreno coltivato sulle fasce, arrivavano proprio nelle piazze dei paesi ed erano usati come lavatoi o come abbeveratoi pubblici.

Il cuore della piazzetta, uno spazio circolare attorno al quale ci si può sedere, contiene il Foegu, Fuoco. Attraverso una linea di tradizione che varca i millenni, ancora oggi in diverse occasioni dell’anno, gli abitanti di Vallebona accendono il Fuoco. In particolare, nel periodo natalizio questa tradizione si chiama Foegu du Bambin, e si riferisce al Bambin Gesù e alla notte di veglia che precede la messa di Natale. Questo del fuoco in piazza in occasione del Natale è peraltro una tradizione che si incontra anche in altri borghi dell’entroterra dell’estremo Ponente, dove la socialità era regolata dalla vita contadina e dalle feste religiose ad essa legate. Apricale, Dolceacqua, Isolabona, Pigna, Perinaldo, Seborga, Sasso… in tutti questi borghi troverete crepitare la fiamma che rischiara la notte simboleggiando la rinascita della vita e la venuta del Salvatore. Dedicheremo sicuramente un articolo a questa tradizione,

Sempre sulla piazza dei Quattro Elementi un’aiuola ospita un albero di olivo secolare: è il simbolo dell’elemento Terra. La coltivazione dell’olivo caratterizza il territorio dell’estremo Ponente Ligure da secoli, plasmandone il paesaggio e condizionando la vita contadina: le fasce in pietra a secco, i beodi, i frantoi a sangue e ad acqua, le foglie argentee degli alberi, le olive piccole della cultivar taggiasca: l’olivo è senza dubbio il maggior interprete del rapporto tra l’uomo e la terra in questo territorio. Non è casuale che questa piazza sia al tempo stesso una terrazza aperta sulla valle sottostante, con lo sguardo che può spingersi fino al mare.
Alle spalle dell’abside dell’Oratorio della Natività di Maria Vergine troverete un piccolo giardinetto affiancato da una piazza molto carina, in cui di nuovo si esplica il rapporto tra le fatiche dell’uomo e la Terra. Si tratta di Piazza del Frantoio, dove potrete vedere i resti di un antico frantoio del tipo a sangue (che sfrutta la forza di una animale da soma).

Si ma l’Aria ? Oltre a percorrere in ogni direzione i vicoli stretti del paese, in cui in estate troviamo una piacevole temperatura, troverete due punti specifici che Vallebona dedica a questo elemento. Il primo si trova nella Piazza degli elementi, ed è costituito da una balaustra in corten dall’andamento ondulato che fa da parapetto/seduta e che vi permette di godere di una vista imprendibile verso il mare.

Il secondo punto si trova nella loggia del Palazzo del Municipio: un loggiato tinteggiato in delicato azzurro che affaccia sulla Piazza XX Settembre guardando l’obelisco dedicato ai caduti, il campanile e l’Oratorio della Natività della Vergine. Anche in questa piazza vedrete a riposo una o due Ape Car…
Questa edificio di culto presenta una bellissima e movimentata facciata barocca, ed un interno che seppur di non elevatissima qualità artistica è piacevole allo sguardo.
Poco più in basso, troverete la Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo Martire che datata al XIII secolo (mantiene di questa epoca soltanto il campanile romanico) è stata modificata più volte fino al XVII secolo. Molto più ricca nelle decorazioni interne rispetto all’Oratorio della Natività della Vergine, al confronto pare un vero trionfo di fregi e dorature ed regala una sensazione di maggiore accoglienza e calore.
Vi segnaliamo un elemento storico interessante: dinnanzi all’ingresso di San Lorenzo vedrete una tozza e bassa loggia con sedute in pietra. Qui esistono ancora le Decime: ossia le unità di misura utilizzate per quantificare i tributi dovuti dalla popolazione al Paese in beni prodotti.






Lasciatevi spingere dall’aria, “fluttuate” alla scoperta dei vicoli e degli angolini più caratteristici. Provate a cercare per esempio le insegne dei vecchi negozietti di paese o a vedere come gli abitanti hanno modificato gli ingressi alle case per adeguarle alle esigenze dei tempi.
Se volete potrete uscire dal paese verso nord alla ricerca degli antichi lavatoi e del ponte medievale su via Giuseppe Guglielmi. Essi si trovano fuori dal paese nei pressi del Rio Borghetto.
I lavatoi sono un luogo molto carino: coperte da una tettoia, vedrete due vasche in cui scorre acqua corrente che proviene da una importante risurgiva. Accanto alle vasche c’è un piccolo edificio antico che funziona da riserva/acquedotto e più sotto si intuiscono alcuni resti di mulini ed altri edifici per il trattamento delle acque.

Proseguendo in discesa verso nord, dopo alcuni minuti raggiungerete un ponte in pietra a schiena d’asino, detto erroneamente Ponte Romano. Sicuramente si tratta di un ponte antico ma di epoca più recente. Il luogo è molto suggestivo: un punto pacifico che pare fuori dal tempo, con un gelso che fa ombra ed un paio di casette in pietra letteralmente fagocitate dai rovi di more, a destra e sinistra, la cui funzione oggi non è più possibile individuare. Ci porta a riflettere su come il territorio, in passato a differenza di oggi, fosse curato e ritenuto prezioso per la sussistenza delle piccole comunità…
… e su come la viabilità fosse capillare… perchè la via che vedrete risalire la collina conduce, volendo con gambe buone, alla località di Madonna della Neve, che è a metà strada tra Sasso e Seborga, sull’altro versante della Valle del Rio Borghetto.
E’ possibile raggiungere questo ed un secondo ponte medievale con una passeggiata che percorre sentieri al di fuori del paese costeggiando il Rio Borghetto.

Ultima curiosità geografic-astronomica: per Vallebona come per Perinaldo passa il Meridiano Cassini. Qui alcune piccole informazioni: Meridiano Cassini.
Alla fine di questo denso articolo, vi lasciamo col saluto tipico di Vallebona: Bona a vui!
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