Le esplorazioni di Maraina e Davide

Seborga


Credo sia risaputo ai più che nell’immediato entroterra di Bordighera si trovi il Principato di Seborga, un comune che dalla fine degli anni ’60 è divenuto famoso per aver dichiarato la propria indipendenza e per essersi dotato di Principe, propria moneta, francobolli e corpi di guardia ai confini del proprio territorio.

La storia del Principato di Seborga è lunghissima e parte dal X secolo, intrecciandosi con le vicende del Monastero di Lerino (nelle odierne Îles de Lérins situate davanti a Cannes), con la Replubblica di Genova e con il Regno di Sardegna (in particolare con Vittorio Amedeo II di Savoia). Lo storico locale Pier Giorgio Carbone, poi divenuto il Principe Giorgio I, ravvisando alcune illegittimità in un atto di cessione di Seborga del XVIII secolo diede avvio alla rinascita del Principato e con essa anche a quella turistica del borgo rendendolo un piccolo unicum in Italia.

Con Giorgio I Seborga si dota di tutto un apparato volto al recupero della Storia che gli è propria. Si torna a battere moneta, così come nel XVII secolo: ecco i Luigini con le effigi del Principato. Si fanno i francobolli, si rilasciano i passaporti, si posizionano delle garitte lungo i principali accessi al territorio, con i colori bianco e azzurro…

Seborga esce con orgoglio dall’oblio e ritrova sé stessa: i legami con il monastero di Lerino e quelli con i cavalieri del Venerabilis Ordo Sancti Sepulchri sono più che evidenti se passeggiate lungo le vie del paese; così come la celebrazione del Principe Carbone che è stato la scintilla di avvio di questa seconda fase storica del borgo.

Al di là del fatto che possiate essere appassionati come noi della Storia o della microstoria dei borghi, e non mi dilungherò su quella di Seborga lasciando a voi la scelta di approfondire, per noi è stata molto gradevole la percezione di un paese che è orgoglioso di ciò che possiede e che lotta per far comprendere i suoi tesori a chi si trova a visitarli. Ritengo che in un momento di forte globalizzazione in cui tutti scimmiottiamo modelli appiattiti e noiosissimi, sia giusto e meritevolissimo colui il quale comprende i suoi punti di forza ed i propri limiti e ne ricava punto di forza e unicità.

Probabilmente Seborga è stata furba perchè con arte tutta italiana ha applicato un meccanismo di valorizzazione che i “cugini” francesi hanno da sempre ben compreso. Però Seborga ci fa sorridere perchè è simpatica, non è snob e genera una empatia che mi fa tifare per l’indipendenza vera del Principato. Daje, Seborga, daje !

Visitare Seborga

Tifando Seborga, vi racconto ora della nostra gita pomeridiana in moto.
Poco più di 10 Km separano l’Hotel Rosalia dal cuore del piccolo Principato. Si percorrono risalendo la SP57 dalla rotatoria che si trova nei pressi del casello autostradale di Bordighera. Nulla di trascendentale: si sale sempre dritti. Lungo il tragitto, che sale di quota gradualmente, si incontra il nucleo storico di Sasso (frazione di Bordighera) cui dedicheremo un approfondimento e tutta una serie di tornantini che a ripetizione vi mostreranno ad est e ovest la valle del Rio Sasso e quella del Rio Borghetto.

Allo stato attuale delle cose non vi sfuggirà che la seconda è molto antropizzata e punteggiata di ville, case e nuclei di borghi, mentre la prima è coperta di vegetazione mediterranea incolta. Due aspetti coesistenti della medesima Liguria. Mentre facciamo questa osservazione, buttando l’occhio incuriositi, pensiamo a come doveva presentarsi il territorio nel passato, sapendo che il Vallone del Sasso era un uliveto a perdita d’occhio.

La salita al paese è agevole. Si passa il piccolo santuario di Madonna della Neve (toponimo comune in queste valli) che ci regala un microscopico angolo di paradiso: una chiesetta minuscola si affaccia su un pianoro coltivato ad ulivi, ombreggiato e tranquillissimo… Idilliaco.

La chiesetta di Madonna della Neve

Si sale ancora ed ancora, passando per alcuni speroni rocciosi su cui millenni fa si trovavano antichi castellari liguri (ci sono diversi menhirs sparsi nel territorio attorno a Seborga) e poi finalmente la prima garitta bianca ed azzurra annuncia l’ingresso al principato. Si accede al paese dal lato orientale. Il muraglione di case di pietra lascia trasparire alcune tracce del castello e dell’antico monastero che sorgevano in questo luogo. La strada ci porta davanti alla carinissima chiesa di San Bernardo (approfondiremo anche questo tema, perchè il passaggio di San Bernardo ha lasciato un segno indelebile su questi territori) e poi piega a sinistra conducendoci al belvedere di Piazza Martiri Patrioti, che è orientato sui boschi di Negi e verso il mare.

Qui inizia il paese. Imboccate Via Antonio Miranda e iniziate a girovagare per il borgo. Vedrete che ad ogni angolo ci sono murales, targhe, brevi spiegazioni, ricordi, richiami al passato, ai templari, al Principe, alle pratiche devozionali. Tutto è molto carino, pulito, non troppo curato, ma trasuda un affetto ed un attaccamento alla storia del principato che paiono sinceri.

Il borgo di Seborga ha case antiche e meno antiche, mescolate, pochi negozietti, non troppi b&b, qualche ristorante… Ma ci sono alcune piccole chicche che vale la pena di scoprire: la prima è l’Oratorio della Madonna miracolosa dell’ Alvenia. Noi l’abbiamo trovato chiuso, ma una porta vetrata vi permetterà di vedere all’interno. Si tratta di un ambiente voltato a botte, con un pavimento lucidissimo, in stile moderno. Vi lasciamo a link un articolo che parla di questo discusso culto.

L’Oratorio della Madonna miracolosa dell’ Alvenia

La seconda è la piccola cappella di Notre Dame des Templiers, che il Principe Giorgio I ha dedicato a tutti coloro i quali, passando, desiderano rendere omaggio con una preghiera. Si tratta di un piccolo ambiente a cui si accede tramite qualche gradino a scendere ed una porta in metallo sempre aperta, illuminato da una serie di lucine a led e candele e dotato di inginocchiatoio e statua della Madonna… E’ stato carino leggere i commenti di chi ci ha preceduto.

La cappella di Notre Dame des Templiers

Nei pressi, se volete, potrete anche visitare la Zecca di Seborga con la collezione numismatica Minervini/Museo dei Luigini… Noi l’abbiamo trovata chiusa, ma ci torneremo senza dubbio.

Girovagate per i carugi del paese, divertitevi a guardare le tracce dei Templari, la sede dell’Ordine (con gli elmi medievali belli in vista), i tratti di antiche mura e le case in pietra dai mille ingressi… scendete fino alla piccola piazza di San Martino con la chiesa medesimamente dedicata al santo. Questo luogo fu sede di un antico chiostro benedettino e sede del priorato. Vi si affaccia l’antico Palazzo del Principe e reca tracce difficilmente individuabili dell’antico castrum fortificato.

Dopo aver sostato qualche minuto sul sedili in pietra della piazza ed aver visitato la piccola chiesetta (che reca in facciata l’immagine di Cristo NON al centro ma a destra) abbiamo imboccato a scendere Via Verdi, un basso passaggio archivoltato, che altro non è che una vecchia porta medievale di accesso al paese e ci siamo ritrovati in una ulteriore piazza la quale è sede del Comune di Seborga e dei suoi uffici pubblici. Tale piazza prosegue in una via che percorre l’antico tracciato che percorreva la base delle mura di fortificazione del paese. Vi accorgerete di questo per due motivi: il primo è che gira attorno a tutto il paese; il secondo è che vi accorgerete che gli edifici, visti dal basso hanno una altezza “sospetta”.

Via della Zecca vi riporterà al punto di partenza, o se vorrete, potrete scegliere percorsi alternativi a scendere che vi porteranno in viuzze secondarie del paese.
Noi siamo tornati al punto di partenza ed abbiamo recuperato la moto.
Prima di andarcene abbiamo lasciato vagare lo sguardo sui boschi di Negi e del Passo del Bandito. Su questi monti importanti, il Monte Caggio, e il Monte Bignone, ci sono miriadi di testimonianze di Storia ligure preromana. Su questi monti ci sarebbero studi e studi da compiere, perchè la presenza di acqua e numerose testimonianze di luoghi di culto antichi e medievali è rivelatrice di un ambiente ricco di energia naturale.
Non per nulla, alcuni storici locali ritengono che alcune delle forme del toponimo Seborga siano in connessione con culti religiosi cristiani e non, o addirittura che rivelino che il borgo stesso sia stato scelto per nascondere una importante reliquia della Cristianità (la presenza di un ordine di Cavalieri del Santo Sepolcro e l’indipendenza di Seborga dalle diocesi vicine sarebbero conferme di queste ipotesi): alcuni dicono essere il corpo di Cristo, altri il Santo Graal. Ma su questa ultima, ennesima e pomposa leggenda sospendiamo il giudizio. L’invito è a venire qui a Seborga e notare la sua personalità rispetto agli altri borghi dell’entroterra dell’estremo Potente Ligure.

Se dopo aver letto questo post decidi di visitare Seborga, ritorni qui per lasciarci le tue impressioni? Ogni commento è ben gradito e ci aiuta a migliorare l’offerta di consigli e cose da vedere.

Una replica a “Cercando i Templari ed il Graal a Seborga”

  1. Avatar I più bei borghi del Ponente Ligure – Maraina in viaggio

    […] Per approfondire: Cercando i templari e il Graal a Seborga […]

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