Questa volta vi proponiamo una escursione verso il levante di Bordighera. Vi presentiamo il borgo antico di Taggia.
Addossato su un clivio rivolto al sole sorgente il borgo di Taggia si trova a pochi chilometri dalla costa (dove il suo naturale sviluppo si chiama Arma di Taggia) in posizione strategica per il controllo viario verso l’entroterra della Valle Argentina che da millenni grazie al clima che unisce il paesaggio alpestre e quello marino è una delle valli più popolate e generose di frutti della coltivazione, oltre che essere un importante crocevia tra Liguria Francia e Piemonte.

Prima di tutto. Come raggiungere Taggia.
Partendo dall’Hotel Rosalia avete due opzioni:
– Percorrere la Via Aurelia, passare la città di Sanremo, e sempre seguendo la SS1 entrare nell’abitato di Arma di Taggia sino a trovare il ponte sul torrente Argentina. Da qui seguire le indicazioni (ve ne sono diverse) verso l’interno della Valle. Dopo qualche chilometro in risalita del fiume giungerete a destinazione.
– Prendere l’autostrada da Bordighera sino alla uscita di Arma di Taggia. Usciti dal casello seguite la strada che scende verso il mare. Diverse indicazioni vi guideranno in pochi minuti a destinazione.

Il borgo si spande in piccola parte sulla riva di sinistra dell’Argentina e poi risale ripidamente sulla pendice della collina fino alla sommità, dove si trovano i ruderi del Castello.
Ciò che vi salterà subito all’occhio è il lungo Ponte Antico, che con ben quindici arcate supera il letto del torrente con una lunghezza di 274 metri.
Il ponte ha un andamento spezzato ed è il frutto di diverse fasi costruttive che partono dall’epoca romana e arrivano fino al XIX secolo. Le fasi più importanti sono sicuramente quelle di epoca medievale e rinascimentale, durante le quali i taggesi hanno costruito più volte ampliando il passo del ponte, aggiungendo archi mano mano che il letto del fiume modificava il suo percorso spostandosi verso ovest.
Quindi vedrete un manufatto che è disomogeneo nelle sue arcate e nell’andamento ma che nel tratto superiore, percorribile a piedi con una bella passeggiata che vi consigliamo di fare, è uniformemente rivestito in ciottoli di fiume e dotato di basse spallette in cui a tratti si inseriscono delle sedute in pietra.
Due edicole ornano l’arrivo e la metà circa del ponte. In particolare vi parliamo di quella posiazionata a metà che racconta la storia di due bambini che si sono trovati nel mezzo di un terremoto, nel 1831, che ha fatto crollare l’arcata su cui stavano giocando. I bambini, caduti nel fiume con i pezzi del ponte, sono tuttavia rimasti miracolosamente illesi. Forse uno dei miracoli della famosa Madonna Miracolosa di Taggia?








Eh già, perchè a Taggia c’è anche una Madonna Miracolosa. Di cosa si tratta?
Di una statua della Vergine Maria, la Madonna del Sacro cuore, realizzata a metà del XIX secolo da Salvatore Revelli e che nel 1855 fu vista muovere gli occhi da numerosi fedeli riuniti per un ottavario di preghiera. Da allora l’icona è venerata da moltissimi credenti e oggetto di preghiere, voti e richieste di grazia.
La statua si trova nella Basilica dei Santi Giacomo e Filippo, un edificio di origine medievale che oggi presenta un impianto a navata unica con interno in stile barocco e una facciata a due ordini classicheggianti.
La chiesa ha all’interno alcuni piccoli capolavori di pittura che vale la pena vedere.





Vedrete anche che la piazza che la ospita è molto interessante: stretta e quasi triangolare è circondata da portici e palazzi rinascimentali posti in salita. Questa è l’ultima propaggine del paese vecchio.
Risalite prendendo la piccola scalinata che si trova nell’angolo alto della piazza (Via Cardinal Gastaldi) e vi troverete nel cuore medievale di Taggia.
Puntate verso il Castello. Il borgo era cinto da una triplice cornice di mura: passerete una serie di porte antichissime (in Via Littardi) che sono dette Case Torri dei Clavesana, una della antiche famiglie che dominarono Taggia nel tardo medioevo.
Vedrete che gli archi a sesto acuto, la presenza di portali decorati e la verticalità degli elevati rimandano fortemente all’architettura abitativa e militare del XIII secolo.
Passate le case torri trovete un singolare spiazzo sopraelevato a cielo aperto: si tratta di Piazza Grande e del suo rione. Sembra una terrazza panoramica… ma senza panorama… E’ chiaramente un punto di aggregazione tipico dei paesi liguri antichi.
Sulla sinistra avete da proseguire sino ad imboccare una porta archivoltata che vi condurrà, prendendo a sinistra, alla salita al Castello. Prima di giungervi, troverete la antica fontana dell’acquedotto, che è datata al 1555 e che ha una bellissima epigrafe in carateri gotici.
Il carrugio vi condurrà a Porta Soprana, attraversata la quale vi troverete al di fuori delle mura del paese.
La vista è singolare: al di sotto si trova la piccola Chiesa di Santa Lucia che fronteggia una collina verde di ulivi che chiude la vista al mare. Sopra di voi ancora qualche metro in salita e troverete l’accesso al castello.





Restaurato recemente, oggi il Castello assume l’aspetto di una vasta corte su due piani, adattata a ospitare manifestazioni e spettacoli e con un camminamento ancora molto ben visibile. Uno degli angoli del fortilizio (che da castello è stato trasformato in fortino nel XVI secolo) ha la foggia di una prua di nave e punta in direzione di Castellaro, che ad est, è il paese dirimpettaio di Taggia, adagiato su un crinale.
Il legame tra Taggia e Castellaro è anche sancito dalla presenza del ponte medievale sull’Argentina. Proprio da Castellaro e dal litorale ai suoi piedi risaliva la via che passava sul ponte di Taggia e si inoltrava nella Valle Argentina in direzione di Badalucco, il borgo più prossimo.
Scendiamo dal Castello ed addentriamoci di nuovo nel borgo costeggiando la chiesa di Santa Lucia. Incontriamo Porta Sottana che ci conduce in Via di Santa Lucia e poi fino alle Case Torri, dove scesi una ventina di metri di nuovo in direzione della Basilica, svolteremo a sinistra in Via San Dalmazzo, tra botteghe antiche e portali medievali in ardesia con rilievi di pregio con stemmi di famiglie abrasi o meno.






Questo asse viario percorre in senso Sud-Nord il borgo e congiunge le porte appena menzionate alle importanti porte Littardi (uno degli accessi duecenteschi alla città) e Barbarasa (rimodellata nel XVI insieme alle mura difensive che scendevano dal castello-fortilizio).
Usciti da porta Barbarasa vedrete che il borgo non ha più l’aspetto di una chiocciola addossata alla collina, ma si stende con vie regolari seguendo un terreno pianeggiante a gradoni. Sempre su Via San Dalmazzo, su uno di questi pianori rialzati troverete una scalinata che conduce ad una ulteriore porta con un affresco purtroppo in parte rovinato. Uscendo da qui avrete davanti un viale adornato da tigli. Al fondo, a chiudere la quinta prospettica c’è la facciata del Monastero Benedettino di Santa Caterina da Siena, presso cui è possibile assistere alla Santa Messa secondo questi orari).
Appena fuori dal Borgo antico, si trova la località Colletto, un gruppo di case al cui fianco si trova la piccola Chiesa di San Benedetto (patrono di Taggia). La chiesa è un vano molto spoglio e fa pensare al classico oratorio delle confraternite liguri. L’importanza di questo luogo viene però dal Santo cui esso è dedicato: San Benedetto Revelli, che nel IX secolo salvò il paese da una feroce incursione saracena tramite un arguto espediente.
I pirati si stavano avvicinando alla costa. I taggesi li videro da lontano e furono presi dal panico per la paura di violenze, distruzioni e rapine. Il Santo Revelli suggerì ai paesani di appiccare alti fuochi che fossero visibili sino dalla costa e far sembrare così che il paese fosse già stato preda di saccheggio.
In questa maniera il paese fu salvo.
Per ringraziare il Santo e commemorare questo evento, ogni anno Taggia lo celebra nella seconda domenica di Febbraio con una grande festa, che in passato era famosa anche per la presenza del fuoco e dei fùrgari. Questi ultimi sono pericolosi giochi di fuoco che mischiano temerarietà degli abitanti alla polvere pirica inserita in contenitori di legno di canna che diventano come cannoni in grando di scatenare piogge e getti altissimi di scintille. Il paese diventa completamente infuocato e rivive così l’antico evento salvifico.
Subito oltre la chiesa di San Benedetto vedrete una salitina con dei bellissimi e fieri ulivi secolari. Essa vi conduce al terrapieno su cui si posa la importante ed antichissima Chiesa di Nostra Signora del Canneto. Questo edificio religioso è importantissimo per la sua storia che, sebbene non sia ancora edita, è frutto ancora recentemente di indagini archeologiche. La chiesa è di chiaro impianto romanico altomedievale (eretto sicuramente nel X secolo) ed ha un bellissimo campanile in pietra a vista con due ordini di finestre bifore e archetti pensili, oltre alla classica cuspide sommitale. Una delle particolarità di questa chiesa è che è stato aggiunto un abside orientato a nord in una fase costruttiva posteriore che ha visto l’apertura dell’ingresso della chiesa lungo un lato che originariamente era una facciata laterale. Conseguentemente l’abside antico era orientato ad est.
La chiesa non è visitabile attualmente, e versa in cattivo stato di conservazione sia in esterno che al proprio interno. Speriamo che questo gioiello, la cui aura di importanza è più che percepibile già da un approccio superficiale, venga presto salvato e aperto al pubblico.





L’ultima parte di paese che vi resta da visitare è quella più bassa e comprende la zona delle scuole dove si trova la Torre Saracena (Torre del Ponte), che era orginariamente collegata da mura a protezione del ponte e che ha i caratteri tipici delle numerosissime torri costiere ed antisaracene di questa parte di Liguria, ed il “Pantan” ossia un’ampia via porticata che ha ricevuto questo appellativo a seguito della esondazione del Torrente Argentina di inizio del Novecento. I portici sono di orgine medievale e si ricollegano con il borgo e la collina che lo sostiene. Sono visibili altri portali e palazzi d’epoca ed alcuni storici locali di Taggia.
Da menzionare ancora sono: l’Oratorio di Santi Fabiano Sebastiano, sede della Confraternita dei Bianchi, l’Oratorio della Santissima Trinità e la Chiesa di Santa Caterina su Piazza IV Novembre, ed al di fuori del borgo Villa Curlo con il suo parco secolare, e il Convento di San Domenico.
Perchè Taggia possa trasmettervi il proprio valore storico artistico, vorremmo consigliarvi di effettuare una visita con calma e lentezza. Passeggiate piano piano, senza fretta, con curiosità, ed alla scoperta di ogni angolo. Vedrete in questo borgo disseminate numerosissime testimonianze di vita, di storia e piccole perle artistiche.
Potrete intuire quale fosse il ruolo di Taggia nell’estremo ponente e il perchè di una tale concentrazione di conventi, opere d’arte, famiglie nobili, palazzi gentilizi e portici, un castello dotato di triplice cinta trasformato poi in fortino, un ponte fondamentale per la viabilità costiera e di vallata…
Non mancate di assaggiare, oltre naturalmente l’olio di oliva taggiasca, i tipici canestrelli salati e il moscatello il cui antico vitigno dolce è stato solo in anni recenti recuperato.





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