Allungata sullo sperone roccioso generato dalla confluenza del torrrente Barbaira e del Rio Oggia, Rocchetta Nervina si presenta come un muro di case in pietra affastellate senza un ordine apparente. Eppure se vorrete visitarla troverete un borgo molto gradevole e affascinante.
Come arrivare: partendo dall’Hotel Rosalia svoltate a sinistra e prendete la Via Aurelia fino all’incrocio con la SP64 e Corso della Repubblica, nei pressi della Parrocchia di Cristo Re, poco prima della rampa che scavalcando la linea ferroviaria vi conduce alle porte di Ventimiglia. Svoltate e destra, e proseguite sempre dritto fino a superare Dolceacqua. Arrivati al bivio con il ponte sul Nervia, prendete la svolta a sinistra seguendo le indicazioni e proseguite sempre diritto per circa 10 minuti. La strada vi condurrà fino all’ingresso del paese, dove trovete anche i parcheggi.
Ad accogliervi troverete una piazzetta su cui affacciano alcuni ristoranti e bar e di scorcio al di là dell’arquato ponte medievale una piccola “anteprima” del paese.
Il ponte a schiena d’asino scavalca il Rio Barbaira con i suoi laghetti cristallini. Poco prima di esso, a sinistra parte il sentiero principale che conduce al percorso “balneabile”… Abbiamo parlato di queste fresche acque qui: Avventure in acque cristalline: laghetti e canyoning !







Iniziamo la visita.
Superato il ponte si prospettano tre opzioni: la prima è sulla sinistra. Si tratta di un micro-orto botanico con vista sui laghetti, tenuto pulito e curato da un abitante del paese. Una scaletta vi permetterà di scendere fino quasi a lambire il pelo dell’acqua dei laghetti…potrete fare alcune foto del primo dei numerosi punti dove ci si può rinfrescare.
La seconda opzione la troverete seguendo il pavè … Vi condurrà alla antica porta del paese e subito dentro al cuore del borgo.
La terza opzione invece è subito alla vostra destra: scendendo una scalettina verrete condotti in uno spiazzo basso e ampio che si trasformerà dopo alcuni metri in un simpatico percorso a sbalzo che costeggia da un lato il muraglione di case del paese e dall’altro segue il percorso del Barbaira. In questo percorso, che poi si ributta nel paese, sono stati posizionati alcuni punti di interesse. Il primo è una macina da canapa (La pesta), la vedrete sulla sinistra, rinchiusa in un piccolo edificio quadrangolare cui si accede tramite alcuni gradini. Qui potrete leggere i procedimenti e la storia di questa produzione artigianale e storica.
Proseguendo per questo cammino troverete poi indicazioni dell’edificio che anticamente era destinato a macello cittadino ed alcuni richiami agli antichi mestieri del paese, che costituiscono un bizzarro museo diffuso il quale è stato ideato da un altrettanto eclettico abitante di Rocchetta.

Ritornando alla opzione numero 2: entrati dalla porta del paese, troverete una leggera salita la quale vi condurra al fianco dell’Oratorio della Santissima Annunziata, che è datato al XV secolo. Di particolare interesse è la storia narrata nel dipinto del 1626 che tratta di un evento guerresco che coinvolse gli abitanti ed il borgo di Rocchetta nel 1625 e che grazie all’intervento della Vergine Maria ha risparmiato il paese dalle fiamme e dalla distruzione.
Ancora oggi il paese celebra l’evento miracoloso con una festa chiamata il Festin.
Svoltando a sinitra potrete salire ed uscire dal lato ovest del paese seguendo Via San Bernardo la quale vi condurrà alla piccola chiesetta dedicata a questo santo e che si trova al limitare del bosco. Questo sentiero si allunga per chilometri a risalire il percorso del Rio Barbaira fino a giungere ad uno dei punti più selvaggi e incontaminati: il Ponte del Cin, spesso usato come punto di partenza per i percorsi di chi pratica canyoning.

Addentrandovi invece nel cuore del paese vi troverete in un piccolo spiazzo rettangolare. Le case vi si affacciano su tutti i lati, ma subito alla vostra sinistra una stretta scalinata vi condurrà ad una piazza piuttosto inattesa e che costeggia il fianco lungo della Parrocchiale di Santo Stefano Protomartire.
Questa piazza ha per terra le delimitazioni tipiche dei campi di Pallapugno (o Balun o Pallone elastico) uno degli sport antichi che sono ancora praticati tra entroterra ligure e basso piemonte.
La chiesa Parrocchiale ha invece la particolarità di non avere una facciata principale…è inutile che la cerchiate…non si capisce dove sia finita !
L’accesso infatti è segnalato da un portale medievale posto sul fianco meridionale della chiesa. Null’altro dall’esterno è concesso di vedere di questo edificio.

Torniamo sul carugio principale e proseguiamo. Vedrete intanto che le case sono sì medievali ma recano ancora tanti segni di una vita italiana ferma agli anni Cinquanta e Sessanta… Sono un po’ le case dei nonni, in cui il tempo si è fermato alle scritte elettorali sui muri, agli slogan del Ventennio, ed alle piccole botteghe di paese.
E’ divertente vedere come il questo borgo ci siano anche elementi architettonici “alieni” antistorici e francamente a volte fuori luogo, che tuttavia fanno pensare non ad un bene storico congelato in un tempo lontanissimo ma ad un paese vero e proprio in cui molti anni fa si viveva quotidianamente (e non solo per turismo occasionale) affrontando il freddo e le fatiche del lavoro.
Uno degli indicatori di questa vita è segnalato ancora alla vostra destra: svoltate e vi troverete dinnanzi ad uno dei forni del paese. Noi lo abbiamo visto in funzione: due signore bardate di foulard sulla testa, e grembiuli spessi, sfornavano pani e tipici prodotti da forno del territorio (torta di riso, sardenaira, farinata, stroscia) davanti ad una viva fiamma e dotate di un attizzatoio ricavato da un grezzo ramo d’albero.

Il carugio principale scende e dopo alcune curve ed archivolti vi condurrà giusto oltre quello che si presume essere uno dei muri dell’antico Castrum Barbaire, dove si trova una suggestiva piazzetta che si apre tutta sulla vostra destra, con un alto muro di case.
Dopo un altro paio di archivolti questa porzione del paese pare terminare: a sinistra un carugio vi condurrà ad un percorso liminare che salirà verso la propaggine est del paese e poi da esso uscirà conducendovi nella campagna più aspra…e da li sulle montagne boscose. A destra, una ampia piazzatta vi ricongiungerà al ponte carrabile sul Barbaira ed alla passeggiata pensile che abbiamo descritto poco fa.









Un altra simpatica passeggiata è quella di costeggiare il Rio Oggia dal basso delle case che ne seguono il percorso, fino ad arrivare ad un ponte romanico, seminascosto dalla vegetazione. Qui un sentiero selvatico, ma non troppo difficile, vi condurrà a dei laghetti altrettanto selvatici dove vivono serpi e rane e dove può accadere di incontrare un gregge di capre che vivono più su e che spesso si beano di zampettare nelle acque basse del torrente.



Abbiamo visitato più volte Rocchetta Nervina ed abbiamo avuto modo di constatare che pur essendo un borgo molto vivo e frequentato da turisti, per lo più stranieri, e pur essendo posizionato non troppo distante dalla “civilizzata” costa, essa mantiene una identità ed uno spirito ancora antico ed autentico.

Se dopo aver letto questo post decidi di visitare Rocchetta Nervina, ritorni qui per lasciarci le tue impressioni? Ogni commento è ben gradito e ci aiuta a migliorare l’offerta di consigli e cose da vedere.

