Le esplorazioni di Maraina e Davide

eze village

Eze Village è il più noto e pittoresco tra i villages perchés della Costa Azzurra. Sorge nell’entroterra, alle spalle del tratto di costa che separa Cap d’Ail da Beaulieu; per raggiungerlo, partendo dall’Hotel Rosalia, occorre prendere l’autostrada in direzione del confine di stato, proseguire sull’A8 prendendo l’uscita 58; da qui si percorre la bella via panoramica che viaggia in direzione de La Turbie e poco oltre si giunge a Eze. Si può lasciare l’auto nel grande parcheggio interrato e multipiano realizzato in anni recenti alla base del paese, dopodiché si sale a piedi fino a entrare nel borgo medievale vero e proprio, lungo un percorso su strada o per scale, che regala affacci panoramici di grande bellezza, spingendo lo sguardo fino al mare.

In Francia con la definizione di villages perchés si individuano quei borghi arroccati che caratterizzano l’entroterra della Costa Azzurra, e che si incontrano in tutta la Provenza. Sono sempre borghi di origine medievale, fortificati, che dovevano risultare difesi naturalmente già dalla propria posizione su alture difficili da assaltare. E anche Eze, infatti, nasce come borgo fortificato dominato da un castello, e posto su un’altura dalla quale si ha il controllo del territorio fino al mare: dal mare per lungo tempo, infatti i saraceni giungevano per saccheggiare coste e villaggi.

Oggi dalla porta medievale di Eze passano ogni giorno frotte di turisti (consigliamo, a tal proposito, di visitarla in giorno feriale, quando ci sono meno gruppi di croceristi). Un tempo questa però era tutt’altro che un’entrata accogliente: faceva parte del sistema difensivo del borgo, era una postierla, dunque un punto di accesso controllato da armigeri che avevano il compito di difendere la città dagli assalti nemici.

Superata la porta è come se si entrasse in un altro mondo: si apre davanti a noi il paese con le sue stradine strette e in salita, le sue case in pietra che ospitano botteghe artigiane e artistiche di pregio. Il borgo è ovviamente molto curato ed è molto suggestivo sia di giorno che la sera, quando i lampioni regalano una romantica luce dorata.

I vicoli salgono fin verso la sommità dell’altura, dove un tempo sorgeva il castello, sito oggi occupato da un orto botanico. Avvertenza: se si vuole visitare il Jardin Exotique d’Eze occorre acquistare il biglietto presso l’apposita vending machine posta all’inizio della salita ancora fuori dal borgo: in cima infatti non vi è biglietteria, ma solo l’accesso per chi è già in possesso del biglietto. il Jardin Exotique è stato voluto dall’allora sindaco di Eze all’indomani della II Guerra Mondiale per donare ai cittadini un po’ di bellezza dopo il terribile periodo appena concluso. La scelta di collocarlo in mezzo ai resti del castello, che a sua volta era stato distrutto nel 1706, risponde sia a esigenze panoramiche (da quassù in cima la vista sul mare è magnifica) sia per significare che dopo periodi di distruzione e devastazione si può sempre rifiorire.

Per pranzo si può decidere di mangiare in uno dei ristorantini accanto all’ingresso del Jardin Exotique, oppure, dopo essere ridiscesi, ed essersi affacciati alla chiesa di N.S. dell’Assunzione, edificio del XVIII secolo neoclassico in facciata e barocco all’interno, in uno dei locali alla base del borgo.

Ma non si può venire a Eze Village e non visitare la fabbrica di profumi Fragonard, che si trova nelle immediate vicinanze del paese.

Fragonard in Provenza è un’istituzione. La fabbrica di profumi nasce a Grasse nel 1926, pertanto questa di Eze è solo una succursale aperta nel 1968. Eppure attira ogni anno migliaia di visitatori (e soprattutto di visitatrici) sia per la qualità riconosciuta dei suoi prodotti, sia per il packaging che è sempre curatissimo, con tinte e temi che sono un inno al Mediterraneo.

La visita alla fabbrica è gratuita: a gruppi in funzione della lingua preferita e a orari prestabiliti, si fa un vero viaggio nel mondo dei fiori e delle essenze. Oggi la fabbrica di Eze produce solo prodotti di cosmetica, mentre la sezione “profumi” è rimasta a Grasse, tuttavia la visita alla fabbrica musealizzata racconta tutto il processo di produzione dei profumi, a partire dall’estrazione dell’essenza dai fiori. Questo si fa con due tecniche: l’enflourage, che consiste nell’estrarre il profumo del fiore – ad esempio il gelsomino – sistemando i fiori su una lastra di vetro spalmata di grasso di maiale. I fiori vengono sistemati e sostituiti per un mese di fila, dopodiché il grasso saturo di profumo è unito all’alcool per ottenere l’essenza assoluta del fiore. La tecnica più usata oggi, però, è la distillazione, più rapida e con la quale si ottengono gli oli essenziali.

La visita prosegue, tra alambicchi e strumentazioni più moderne, fino alla sezione dedicata alla saponificazione. Infine, si sale al livello della produzione cosmetica, dopodiché si accede all’elegante boutique dove sono in vendita profumi, saponette, prodotti di cosmetica quali olii e creme, prodotti per capelli, acque di profumo. Vi avvertiamo: sarà molto difficile lasciare la Fragonard senza aver acquistato nemmeno una saponetta… mariti, siete avvisati!

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