Del meraviglioso borgo di Pigna abbiamo raccontato in questo articolo: L’incanto di Pigna. Oggi vogliamo descrivervi una passeggiata di circa mezz’ora di cui siamo venuti a conoscenza un po’ per caso.
Durante le nostre prime ricerche a Pigna avevamo “scoperto” l’esistenza della Cappella della Vergine delle Grazie e del suo ponte medievale, non riuscendo a visitarla correttamente. Nei mesi successivi, ci siamo tornati con più tempo a disposizione. Questo articolo che speriamo possa regalarvi una escursione breve ma piacevole, è frutto di cio che abbiamo visto.
Per raggiungere Pigna è sufficiente, partendo dall’Hotel Rosalia, prendere la Via Aurelia in direzione ponente fino allo svincolo con la SP64 che, risalendo il Torrente Nervia, ci fa attraversare i paesi di Camporosso, Dolceacqua e Isolabona, per un totale di circa 30 min.
Parcheggio: subito dopo l’imponente ed ombreggiato casermone della Casa di Riposo Isnardi avrete possibilità di parcheggiare, a sinistra, in uno spiazzetto; oppure potrete scegliere di cercare, subito oltre il ponte.
Lasciata l’auto dovrete superare a piedi il ponte e svoltare subito a sinistra. Un cartello informativo vi guiderà indicandovi il tempo di percorrenza e la presenza dei monumenti rilevanti.
Scendete la rampa erbosa facendo attenzione a non scivolare e lasciate la modernità alle spalle, a favore di un paesaggio selvatico ed antico.

Le prime tracce di questo “vecchio” mondo le troverete subito alla vostra destra: al limitare del manto erboso, si nota subito un cordolo in pietra… guardando meglio si capisce che questa è la spalletta sinistra di un beodo e che esistono lacerti del fondo di questa canalizzazione ed anche porzioni della spalletta destra. Ma dove andava l’acqua contenuta in questo canale ?
Poco più avanti !
Si, perchè la interessantissima costruzione in pietra (sicuramente utilizzata fino a metà del XX secolo) è un mulino ad acqua dotato di una piccola ruota in ferro la quale è visibile attraverso il muro in mattoni che vedrete.

Un altro segno di questo mondo oramai perduto è nascosto dalla vegetazione infestante: un ponte largo poco più di un metro (probabilmente simile a quello che vedremo tra poco) collegava il mulino alla parete di roccia dirimpetto. Se ne percepiscono l’orientamento e le spallette… Allo stato attuale non riusciamo a capire se fosse un ponte pedonale o dedicato al trasporto delle acque, ma la sua esistenza attira tutta la nostra curiosità.

Proseguite passando sotto al viadotto stradale, immergendovi nella verzura… Alla vostra destra il Rio Carne si prepara a confluire nel Nervia. Divorate dai rovi si intravedono costruzioni in pietra. Alcune di esse paiono essere dotate di vasche di decantazione. Probabilmente facevano parte del gruppo di attività complementari al mulino.
Il sentiero piega verso sinistra e in pochi metri svela la prima delle piccole gemme di questa passeggiata flash. Tra foglie e rami si delinea il Ponte delle Grazie un manufatto romanico semplice e grezzo, che fa da cornice fiabesca alla Cappella della Vergine delle Grazie: una chiesettina devozionale con porticina e finestrelle in stile neoclassico che è anche mausoleo del benefattore locale Ludovico Isnardi. La chiesetta, datata al XVIII secolo, ha tetto a due spioventi, navata unica absidata e facciata con rosoncino trilobato centrale, come tante delle cappelle devozionali paesane, ma la sua natura campestre è resa unica dalla delicata potenza evocativa della schiena d’asino del ponte, i cui bassi parapetti in pietra posata di taglio ci permettono di curiosare nel letto del torrente Nervia. Le acque sotto di noi scorrono placide tra rocce, spiaggette e la confluenza del Rio Carne.






Il sentiero gira strettamente a sinistra sull’angolo est della chiesetta, allineandosi parallelamente al corso del Nervia, in risalita, verso il borgo di Pigna. Siamo però sulla sponda opposta di quella su cui giace il paese, pertanto la visuale è decisamente non comune.
Inizia così una piacevole passeggiata al coperto delle fronde di castagni, lecci, cipressi, edere che a sinistra ci regala viste sul letto del torrente ed a destra è protetta da un muraglione di pietra. Dopo un centinaio di metri, nel muraglione si apre un portale.
Se come noi vi siete distratti a seguire il fiume con lo sguardo, questo portale vi sembrerà una apparizione magica ed inaspettata. Anche il suo aspetto decorato è intrigante ed inusuale…
Ci chiama verso un altro mondo incantato? Cosa ci aspetterà al dilà?
Per avere risposta non resta che varcarlo.
E così abbiamo fatto, abbandonando il sentiero nel bosco.

Il gioco cambia ancora una volta. Adesso sembra di stare in montagna. Ci troviamo su una larga strada battuta e pianeggiante. A levante si alza tutta una foresta incolta di alberi. Essi hanno colonizzato terreni che un tempo erano coltivati e di cui si vedono ancora i poderosi muretti a secco alzarsi su più livelli, ed ora ricoprono tutta la collina nascondendoci qualsiasi traccia del passato di Pigna. Il primo impulso è quello di andare ad esplorare, come se fosse facile farsi strada tra tutto quel verde… chissà quante tracce della vita e del lavoro tenace dell’uomo, e quali “tesori” ancora ci sono !
Proseguiamo placidamente la passeggiata, con un senso di rilassata villeggiatura. La strada poi si restringe abbassandosi un po’ di quota. Le fasce si fanno più vicine ed il paese, dalla parte opposta del fiume, si rende più delineato e visibile. Segno che stiamo per terminare il percorso, lasciando la parte più selvatica ed avventurosa.
Possiamo tornare indietro ed andare ad esplorare il sentiero che abbiamo lasciato… o scegliere di farci portare dalla strada attuale.
Seguendo questa seconda opzione arriviamo alla Cappella di San Pancrazio di cui poca o nessuna notizia siamo riusciti a trovare in rete. La cappella si presenta in facciata più o meno simile a quella delle Grazie anche se è un poco più grande. Una piccola architettura semplice e dimessa, con una facciata bianca recentemente restaurata. Se darete una sbirciatina all’interno potrete trovare pochi arredi e altrettanta semplicità: la devozione, nei paesi, in fondo, non ha bisogno di toni troppo sfarzosi.

Il sentiero prosegue poi con un acciottolato compatto e ben fatto, verso il Ponte della Giaira, un solido ponte medievale a due arcate che collega questa sponda al cuore del paese.
A questo punto termina la nostra passeggiata flash. Approfittate del bar-pasticceria Desir de Roy che troverete giusto oltre al ponte della Giaira e poi come diceva Forrest Gump: “Ora che sono arrivato fino a qui, tanto vale che…” vada a visitare le bellezze di Pigna!

Se dopo aver letto questo post decidi di fare questa passeggiata flash, ritorni qui per lasciarci le tue impressioni? Ogni commento è ben gradito e ci aiuta a migliorare l’offerta di consigli e cose da vedere.

